In un momento critico come questo si susseguono a raffica fake news e teorie complottiste ma basterebbe un minimo di buonsenso per districarsi. Purtroppo anche i giornalisti sembrano cadere nella trappola e fomentare le notizie false.
Nei giorni scorsi è stato diffuso un’estratto della puntata del TGR Leonardo, andato in onda su RAI 3 il 16 novembre 2015.

In questo servizio si parlava già cinque anni fa di un gruppo di ricercatori cinesi che avrebbe innestato una proteina superficiale di Coronavirus presa dai pipistrelli sul virus della SARS ricavato da topi creando una chimera, un “supervirus“. Il servizio prosegue anche riportando le polemiche della comunità scientifica che sottolinea i rischi connessi ad attività di questo tipo.

Questi sono FATTI davvero inquietanti e rappresentano sicuramente una serie di indizi gravi precisi e concordanti sul fatto che qualcuno possa aver creato questo nuovo virus in laboratorio. Qualcuno ha provato a correlare queste ricerche con l’origine del nuovo Covid-19 ed è stato subito smentito da tutte le testate giornalistiche che hanno gridato alla bufala o alla fake news.

La maggior parte di loro si basa su un tweet di Roberto Burioni che recita: “L’ultima scemenza è la derivazione del coronavirus da un esperimento di laboratorio. Tranquilli, è naturale al 100%, purtroppo”.

La smentita verrebbe dall’articolo pubblicato online il 17 marzo 2020 sulla rivista Nature “The proximal origin of SARS-CoV-2” di Kristian G. Andersen.

Io sono andato subito a leggere l’articolo perché non capivo come fosse possibile individuare l’origine del virus. Posto che abbiamo a disposizione modernissime tecnologie di analisi del DNA/RNA del virus siamo in grado di tradurre il COVID-19 in una sequenza di numeri. Come sia possibile individuare se questa sequenza sia nata in laboratorio o in natura è per me un mistero.

Si potrebbero effettuare delle rilevazioni probabilistiche solo avendo in mano una raccolta dati storica sulle mutazioni dei virus nei pipistrelli nonché gli stessi dati per gli esperimenti fatti in laboratorio. 

Purtroppo non abbiamo a disposizione né gli uni né gli altri. Qualora dal 2015 gli esperimenti cinesi fossero proseguiti, sarebbero molto probabilmente eseguiti a porte chiuse viste le correnti contrarie nella comunità scientifica. 

Anche avendo a disposizione questi dati potremmo avere solo un giudizio di probabilità e non una certezza. Leggendo l’articolo infatti la conclusione è fornita in base alle opinioni personali dello scrivente che precisa che ben ci potrebbero essere altri studi che confermano il contrario.

Evidentemente nessun giornalista si è preso la briga di leggere lo studio in oggetto, più facile gridare alla bufala senza motivo.

Date le conseguenze gravissime che ha portato questa pandemia la verità purtroppo difficilmente verrà a galla. Non potremo mai avere la certezza che non si tratti di un virus imbruttito creato in laboratorio.

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