Da qualche tempo i monopattini sono balzati agli onori della cronaca. Dopo il boom modaiolo dalla la fine degli anni ’90 il monopattino si è evoluto notevolmente con motore elettrico e freni.
Nonostante i monopattini elettrici siano sul mercato da svariati anni, probabilmente sono stati gli investimenti delle aziende di sharing che hanno dato nuova vitalità a questo mezzo di trasporto.

E’ notizia di questi giorni che il comandante della Polizia municipale di Torino, che aveva intrapreso una guerra personale contro i monopattini, si sia dimesso.

Il monopattino ed i monoruota elettrici sono senza dubbio i mezzi più veloci ed efficienti per gli spostamenti urbani: sono economici, ecologici, date le loro dimensioni e peso ridotti,  facilmente parcheggiabili e combinabili con altri mezzi di trasporto.

I film futuristici immaginavano il 2020 caratterizzato da una mobilità personale aviotrasportata. Invece ci troviamo intrappolati nel traffico terrestre con automobili sempre più pesanti e sempre alimentate da combustibili fossili.

Il monopattino elettrico sembra l’unico spiraglio aperto verso il futuro.

Viene spontaneo chiedersi perché questo mezzo di trasporto così efficiente divida in maniera aperta l’opinione pubblica. Basta fare un giro sui social per constatare come tutte le notizie sui monopattini siano discusse con fervore. In primo piano ci sono i pedoni che si sentono minacciati da potenziali orde di monopattini assassini pronti a colpirli ad ogni angolo.

Sembra di ritornare alle paure della fine del 1800 contro le automobili, che dovevano viaggiare a passo d’uomo ed essere precedute da un pedone.

La normativa purtroppo non ci viene incontro. Da sempre il codice della strada ha sancito il divieto di utilizzo dei cosiddetti “acceleratori di andatura” su strade e marciapiedi, includendo tutto ciò che non sia espressamente regolamentato. In pratica vietando di fatto la possibilità di circolare con pattini, skateboard, monopattini, monocicli ecc…

Viste le pressioni delle aziende di sharing finalmente il legislatore italiano si è mosso, ma lo ha fatto in maniera molto goffa. Ha finalmente regolamentato l’utilizzo ma solo in casi marginali e avulsi dalla pratica di tutti i giorni.

Le sanzioni per chi circola in questo modo sono sproporzionate: paradossalmente chi circola con un monopattino elettrico rischia una sanzione equiparabile a chi circola su strada con un’auto di formula 1 non omologata.

Dobbiamo quindi arrenderci all’uso di questi mezzi di trasporto rivoluzionari?

Il nostro paese è strutturalmente carente di piste ciclabili e quelle poche esistenti non differenziano il traffico pedonale da quello ciclabile, come avviene in altri paesi. 

Nonostante questo il giargianese ogni giorno rischia non solo di essere sanzionato ma di essere investito dal traffico veicolare di chi decide di spostarsi con un mezzo 20 volte più pesante del passeggero.

Le normative dovrebbero non solo tutelare il giargiana che è costretto a spostarsi tutti i giorni in monopattino ma anche creare strutture di viabilità compatibili con questi mezzi di trasporto smart. 

 

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